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Pesca dell'orata a lunga distanza 

  • Immagine del redattore: valerio centi
    valerio centi
  • 11 lug 2019
  • Tempo di lettura: 6 min

🌊LAGGIU’ OLTRE L’ORIZZONTE🌊 Il mare calmo, il vento di maestrale e la tanto attesa alta pressione danno il via alla stagione della ‘regina’ del mare: l’orata. I cambi di luce, quindi alba e tramonto, saranno i momenti da sfruttare, tentando magari di posizionare la nostra esca oltre la lontana secca, oltre la ‘terza fascia’. Spesso in questo periodo la lunga distanza è l’asso vincente. Vediamo di capire come e il perché… Siamo a Giugno e la stagione calda sta prendendo il via, l’acqua del mare sta aumentando sempre più la sua temperatura, i pesci ormai a tiro di canna cercano nutrimento nel sottocosta: piccoli pesci, molluschi ed invertebrati. Le ore centrali della giornata come ben sappiamo sono gradite dalle orate, in quanto i raggi del sole più perpendicolari sprigionano tutto il loro calore riscaldando maggiormente il mare, va però ricordato che oltre ai nostri cari pinnuti le spiagge si affollano di bagnanti e turisti limitando la nostra azione di pesca (ricordiamoci che dal 1° maggio al 30 settembre entra in vigore il divieto di pesca nelle ore diurne, ed è opportuno informarsi presso la capitaneria del luogo per gli orari precisi che possono variare da città a citta). QUANDO E QUANTO E’ IMPORANTE LANCIARE LONTANO In linea di massima, per la pesca delle orate in estate su spiagge medio/basse le grandi distanze di lancio danno maggiori risultati rispetto alle medio/corte, quindi chi riesce a posizionare la sua esca sulla batimetrica della così detta terza fascia, che si trova circa oltre i 110 metri dalla riva, ha più probabilità di riuscire ad allamare l’orata di taglia. Questo perché dopo diversi giorni e settimane di alta pressione vale a dire sole, mare calmo e bel tempo il fondale nelle vicinanze della riva diventa ‘chiuso’ (fondo duro e privo di correnti che lo smuovono), quindi un lancio tecnicamente ben eseguito a distanze importanti riuscirà magari a trovare più a largo un fondale ‘aperto’ e conseguentemente più ricco di nutrimenti. Non dimentichiamoci comunque di ‘sondare ‘ varie distanze dalla riva con lanci più o meno lunghi per individuare le zone di pascolo. E’ importante capire e farsi un’idea del fondale che ci troviamo di fronte, grazie a quei segnali, a quelle indicazioni che il mare, con i suoi cambi di colore, la spiaggia con la sua granulometria e la linea di battigia con il suo cambio di andamento riescono a dare se ben interpretate (qui entrano in il gioco il senso dell’acqua ed esperienze personali). COME ARRIVARE IN PESCA SULLA TERZA FASCIA Come anticipato per arrivare in pesca a lunga distanza dalla riva è necessario eseguire dei lanci tecnicamente corretti e più progressivi possibile in modo da sfruttare, in maniera adeguata, tutta l’energia che la canna può trasmettere al piombo trasformandosi poi in metri, in distanza. Non da meno far arrivare si l’esca lontana ma anche ‘integra’, cosa da non sottovalutare. Un lancio eseguito con poca tecnica, con poca progressione e sfruttando quasi solamente la forza fisica non riuscirà a darci i metri desiderati e inoltre lo ‘spunto’ iniziale troppo violento potrebbe rovinare l’esca che una volta in acqua agli occhi del pesce risulterà poco naturale e dubbiosa. Ovviamente chi possiede una buona tecnica di lancio acquisita dopo anni e anni in spiaggia e magari anche su di un campo di lancio tecnico ha buone possibilità di piazzare per tutta la sessione di pesca, senza troppe problematiche, l’esca nella fatidica terza fascia, utilizzando magari canne in due pezzi ad azione ripartita, mulinelli a bobina rotante e lanci tipo ground cast e pendolo. Ci sono comunque degli accorgimenti che, se messi in atto anche non utilizzando necessariamente canne in due sezioni e mulinelli rotanti (attrezzi estremamente tecnici) ma impiegando buone telescopiche o canne in tre pezzi e mulinelli a bobina fissa, riescono a farci arrivare a buone distanze dalla riva. Parlando di canne queste devono essere lunghe dai 4 ai 4,5 metri capaci di lanciare in above o meglio ancora in side cast piombi da 150 grammi. Devono avere un pedone abbastanza rigido, un arco reattivo e una cima sensibile. La rigidità del calcio e la sensibilità della vetta sono due prerogative necessarie per effettuare lanci prestanti e per riuscire ad intuire anche le più timide tocche. Servono dunque attrezzi tanto potenti quanto leggeri, capaci di offrire quello spunto necessario per raggiungere distanze oltre i 100 metri e in grado, in fase di recupero di un bel pesce, di ammortizzare e gestire le potenti fughe specie se, come vedremo più avanti, utilizzeremo dei fili di diametro molto sottile caricati nei mulinelli. Se utilizziamo canne telescopiche ricordiamo che queste non vanno d’accordo, a parte qualche rarissima eccezione, con lanci angolati, quindi è opportuno evitare lanci tipo side cast o a maggior ragione ground cast ma dobbiamo limitarci ad eseguire dei lanci in above (chiamato volgarmente lancio del pescatore o lancio sopra la testa), questo tipo di lancio ovviamente ‘più semplice’ ci limita un pò sulla distanza (un buon lancio in above si aggira intorno ai 90/100 metri), a differenza se utilizziamo canne in tre pezzi possiamo divertirci a lanciare in side cast e, con canne di ultima generazione di buona qualità, azzardare lanci stile gruond cast per i più esperti ed ovviamente le distanze aumentano. I mulinelli da abbinare (tralasciando quelli a bobina rotante adatti a canne in due pezzi di sezione) vanno scelti fra modelli con bobina di misura compresa tra i 5500 e 10000, (in base alla marca può cambiare capienza e dimensione) comunque sia capaci di contenere circa 300 metri di un buon 0,20/0,22. Devono avere un imbobinamento a spire incrociate favorendo così la fuoriuscita del filo durante la fase di lancio, inoltre devono avere una buona regolazione della frizione utile durante la fase di recupero e, non per ultimo, non devono essere troppo pesanti in quanto sbilancerebbero troppo il complesso pescante. Questi (a differenza dei mulinelli a bobina rotante) devono essere imbobinati con fili estremamente sottili: 0,20/0,22 di diametro, per aumentare la gittata del piombo e riuscire ad arrivare in pesca oltre i 100 metri, collegheremo quindi uno shock leader o parastrappi conico di misura 0,20/0,57 o 0,23/0,57, in modo da avere un nodo di giunzione piccolo e più resistente possibile (essendo i due capi: filo bobina/shock leader molto vicini di diametro tra di loro). Capiamo bene che utilizzando dei fili così sottili in bobina aumentiamo il rischio di rottura durante un combattimento con un pesce di grosse dimensioni, è quindi obbligatorio utilizzare fili di ottima qualità, ricordandoci di lavare sempre le bobine passandole sotto acqua dolce dopo ogni battuta di pesca e cambiare i fili più spesso. Inoltre non dimentichiamoci di scegliere i mulinelli in base alla velocità di recupero, che deve essere lenta e potente. CALAMENTI ED ESCHE Per la pesca a distanza il calamento più utilizzato è l’intramontabile long arm eseguito direttamente sullo shock leader (calamento solidale) con piombo fisso, quindi girella con moschettone a fine shock leader nella quale inseriremo il piombo ed effettueremo il classico snodino perlina girellina perlina, le perline saranno incollate o fermate da classici stopperini in caucciù a pochi centimetri di distanza dal piombo. Alla girellina legheremo il nostro finale, nylon o fluorocarbon che sia di diametro 0.23/0.25. Il finale sarà lungo 1,5 metri e anche più munito di un amo robusto rigorosamente tipo beack a gambo corto del numero 4 o 2 in base all’esca che utilizzeremo. Possiamo, volendo, inserire sul trave un bait clip o ferma esca per aumentare la gittata e ed evitare che, durante la fase di lancio, il terminale si attorcigli al trave. “sfatiamo un mito: quando peschiamo a distanze così importanti con piombi oltre i 120 gr di peso è indifferente avere un calamento/trave con piombo scorrevole o fisso in quanto appena pochi minuti dopo aver effettuato il lancio, il piombo, adagiato sul fondo, e parte del filo/shock leader verranno coperti dalla sabbia, a differenza invece per la pesca a corta distanza con piombi leggeri un trave con piombo scorrevole può in alcuni casi risultare meno sospetto in fase di contatto del pesce con l’esca, specie quando si parla di pesci molto diffidenti come le orate.” La scelta delle esche non è cosa così problematica in quanto la nostra ambita preda predilige ogni tipo di anellidi, molluschi e granchi, anche se l’esca più selettiva e di facile reperibilità è sicuramente il bibi. Questo tipo di anellide spesso viene scartato per la difficoltà di innesco in quanto può capitare che diventi rigido e si svuoti dei suoi liquidi interni una volta che cerchiamo di passarlo sull’amo. Per ovviare a questo è necessario una volta arrivati in spiaggia riempire con dell’acqua di mare la scatoletta contenente i bibi e lasciarli ‘a mollo’ per circa 10 minuti. Vedremo che passati pochi minuti i bibi saranno più morbidi e rilassati e sarà molto più semplice e veloce passarli sull’ago e successivamente sull’amo.


 
 
 

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