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IL PREDATORE DELLA SPIAGGIA 

  • Immagine del redattore: valerio centi
    valerio centi
  • 6 ago 2019
  • Tempo di lettura: 4 min


Sono i mesi più caldi dell'anno, quelli in cui molto spesso nel corso delle nostre battute di pesca, specie durante le ore notturne, troviamo tranciata di netto la nostra povera preda allamata con un morso degno del miglior chirurgo, oppure troviamo la nostra canna sul picchetto 'spiombata' con il filo in bando e tagliato, lasciandoci così l'amaro in bocca. Un unico colpevole: POMATOMUS SALTATRIX o più comunemente conosciuto con il nome di PESCE SERRA. ORMAI NON PIU' SPORADICO! Questi mesi, nonostante la sua presenza sta diventando ormai permanente, sono quelli in cui essendo periodo di frega, i pesci serra cacciano con frequenza maggiore nel sotto costa, spingendosi fino a pochi metri dalla riva rincorrendo grufolatori, cefali e pesci di galla sferrando micidiali attacchi lasciando poca via di scampo al povero pesce mal capitato. Fino a qualche anno fà questo pesce non era così conosciuto come al giorno di oggi. Attacchi e catture sporadiche avvenivano solo principalmente in estate e in condizione climatiche ben precise: mare calmo, acqua limpida e assenza di vento. Nel corso degli anni le catture si sono moltiplicate sempre più e avvenivano non solo nei mesi estivi ma anche durante quelli invernali. Ad oggi riusciamo a pescarlo in pratica durante tutto l'anno. Possiamo quindi affermare che è diventato 'stanziale' davanti le coste della nostra penisola divulgando così il terrore a tutte quelle specie autocnone che abitano lungo le nostre coste.

LE SUE ABITUDINI Il pesce serra è praticamente onnivoro, può sferrare l'attacco a qualsiasi cosa si muova o che scateni la sua aggressività. Ama molto le zone portuali dove riesce a trovare e cacciare ogni tipo di pesce in pratica tutto l'anno. Predilige escurzionare le zone costiere con profondità medio/bassa intervallate da scogliere sia artificiali che non e da sbocchi di acqua dolce, tutte zone ben popolate e ricche di novellame e nutrimento. Durante i mesi primaverili si avvcina in maniera cospiqua davanti le nostre spiagge per riprodursi e deporre le uova. Gli esemplari più giovani si raggruppano in banchi numerosi colonizzando il sotto riva sempre attivi ed affamati dando caccia continua a qualsiasi altro pesce. Spesso questi banchi di giovani pesce serra sferrano attacchi anche solamente per il gusto di uccidere e di territorialità. Quindi è molto più facile catturare pesci di questa taglia vista la loro ingordigia. I pesci serra più adulti (diciamo dai due chili in su) amano invece perlustrare sia il sottocosta che il mare più aperto in solitaria o in coppia, è necessario quindi, nell'attesa del loro passaggio, ottimizzare il tutto e farsi trovare 'pronti' con tutte le carte in regola. Predilige mangiare in superficie o a mezz'acqua anche se non disdegna l'esca poggiata sul fondo. Tra le esche, oltre alla carta vincente del pesce vivo che ha sicuramente una marcia in più scegliamo tranci di pesce come sardine, cefalo e spigola di allevamento. Esche molto odorose, che rilasciano una scia di sangue e di grasso nell'acqua che può far scattare frenesia alimentare. ANDIAMO IN SPIAGGIA... Cambi di luce e notte saranno i momenti da sfruttare. Tutta l'attrezzatura deve essere 'STRONG'... Armiamoci di canne potenti, mulinelli di taglia forte caricati con ottimo monofilo e piombi, anche da tenuta, da 150 gr in su. I serra piu grossi amano viaggiare in coppia o in solitaria un pò più fuori specie su spiagge medio/basse. Coscienti che se tutto andrà per il meglio avremo a che fare con pesci di taglia anche notevole è opportuno non andare troppo per il sottile in termini di diametro di filo da impiegare sui travi e finali, ma sopratutto non possiamo rischiare di avere un filo di diametro troppo sottile caricato nel mulinello... questi pesci sono degli avversari incredibili, hanno una potenza impressionante e una volta allamati faranno di tutto, tra fughe velocissime, stop improvvisi e salti spettacolari fuori dall'acqua, per liberarsi e manifestare tuto il loro disappunto per la cattura. Avere un mulinello caricato con un monofilo di diametro troppo sottile, magari per raggiungere le distanze più esterne aumenterà solo il rischio di perdita del pesce. In questa pesca chi ha una buona pratica di lancio con canne in due pezzi e mulinelli rotanti può essere 'avvantaggiato'. Con queste attrezzature, vista la differenza strutturale di rilascio del filo da parte del mulinello, si riesce a lanciare a distanza 200 gr e più, tra piombo ed esca, con diametri importanti nel mulinello come uno 0.30/0.35, quindi in tutta sicurezza....cosa al quanto impensabile utilizzando un mulinello a bobina fissa se non impegando, dai moli o su spiagge profonde, la tecnica a teleferica utilizzando come esca un pesce vivo e dove il lancio non fa tutta questa differenza.

OBBLIGO:CAVETTO D'ACCIAIO!!! Parlando di calamenti questi devono essere costruiti con ottimo monofilo di un buon 0.50/0.60 in base al piombo che utilizzeremo, finali in fluorocarbon che variano dallo 0.35 allo 0.45 e muniti nella parte finale di circa 30/40 cm di cavetto d'acciaio da 30 libbre corredati da uno o due ami a becco d'aquila misura 3-2-1/0 in base alla dimensione dell'esca che utilizziamo. Quest'ultima sarà corredata internamente con materiale galleggiante tipo polisterolo o schiuma pop up e assicurata con filo elastico a formare un vero e proprio 'salsicciotto', in modo che, una volta in acqua, flutti in corrente ed abbia quel minimo di movimento. Il cavetto d'acciao è necessario, è obbligatorio se vogliamo averla vinta, questi pesci hanno un apparato boccale munito di denti affilatissimi capaci di tagliare qualsiasi monofilo o trecciato di qualsiasi misura. Come terminali possiamo utilizzare sia il classico long amr o paternoster meglio se bait clippati appunto per far arrivare l'esca un pò piu lontano vista la sua mole. Canne sul picchetto e frizione non troppo serrata in quanto il pesce serra una volta che individua l'esca l'attacca e spesso la ingoia durante la prima fuga, quindi dobbiamo avere sangue freddo e non aver fretta di ferrare immediatamente ma dare quei secondi in più in modo che il pesce abbia tempo di ingoiare per bene l'esca. A quel punto una volta allamato inizia il combattimento che metterà a dura prova attrezzatura e terminali, dobbiamo fare in modo di tenere sempre il filo in trazione e evitare momenti di filo in bando, più lungo sarà il combattimento più alta sarà la probabilità di perdita del pesce. Questi pesci mettono tutta la loro energia una volta che si sentono allamati dall'inizio fino alla fine del combattimento fin sotto la battigia. Una pesca divertentissima e un predatore 'a tiro di canna' che ci regalerà emozioni e adrenalina indimenticabili che pochi altri pesci nel mediterraneo riescono a darci...


 
 
 

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